La Bottega Sartoria Pannuto
E’ un locale in via Seminario, dove il sarto Martino Pannuto aveva la sua bottega-sartoria. Gerardo aveva 12 anni quando, morto il padre Domenico, venne impiegato come apprendista sarto. Al rintocco della campana che scandiva le ore della Passione di Gesù, egli si genufletteva e rimaneva immobile, immerso nella contemplazione del suo amato, spogliato, flagellato, con le carni a brandelli. Questo suo atteggiamento mandava su tutte le furie il capo garzone, giovane violento e rude che lo maltrattava fino al punto che una mattina Gerardo, giungendo alla bottega con qualche minuto di ritardo, fu ricevuto a pugni e a schiaffi. Pannuto si rese conto di quanto accadeva nella sua bottega e un giorno, giunto prima del solito, vide il povero Gerardo steso a terra mentre l’altro lo percuoteva. Gerardo chiese scusa, quasi fosse lui il colpevole e la cosa finì lì. Quella sera stessa il Pannuto lo seguì di nascosto fino in chiesa e non potette credere ai suoi occhi quando vide quel ragazzo dall’aria insignificante davanti al tabernacolo, in estasi, col viso trasfigurato, disse tra sé e sé: “altro che scemo, quello”. La mattina dopo, il capo garzone fu licenziato con grande dolore da parte di Gerardo che non avrebbe trovato altra persona più cattiva capace di creargli una situazione migliore e più ideale per imitare la pazienza e la umiltà del suo Maestro Crocifisso.