La Storia


 

A oltre 600 m. sul livello del mare, Muro Lucano si trova sul pendio ripido di uno sperone roccioso. Il tessuto, con le case disposte ad anfiteatro, dalla vallata acquista una configurazione da presepe. Il panorama è suggestivo e lo diventa ancora di più al calar della sera, per la sapiente illuminazione dell’antico Borgo Pianello, del Sentiero delle Ripe e del complesso monumentale che comprende il Castello, la Cattedrale l’Episcopio, fino al Seminario Vescovile, che oggi ospita il Museo Archeologico Nazionale della Lucania nordoccidentale. È tale la bellezza del suo paesaggio, da essere annoverato tra “i cento paesi più belli d’Italia”. Il suo territorio ha conosciuto la presenza dei Peuketiantes, un ramo della popolazione degli Enotri (VII-VI secolo a.C.) e poi dei Lucani, tra cui i Numistrani con il nucleo più consistente, rappresentato dall’Antica Numistro, che sorge non lontano da Muro, in località Raia San Basilio, dove avvenne lo scontro tra Annibale e il Console Marcello nel 210 a.C..

Numistro è un centro fortificato che si trova in una posizione strategica di controllo non solo del fiume Rescio – Platano ma anche dei tanti tratturi di collegamento con la Campania. E’ centrale rispetto ai nuclei abitativi circostanti che fungono anche come avamposti militari. Si trovano quindi resti di mura megalitiche o poligonali e ruderi di un monastero basiliano. Più in alto, in località Caselle, nel 1977 sono venuti alla luce resti di un edificio sacro della tarda età repubblicana ed in contrada Torrano le tracce di un abitato del sec. II a.C.

Dopo la caduta dell’impero romano la popolazione dei Casali, per difendersi dagli attacchi dei predoni che infestano le contrade, cercò rifugio al Borgo Pianello, un luogo di difficile accesso per l’irto territorio roccioso con le Ripe, nel cui fondo scorre il torrente Rescio. Il nuovo nucleo che si costruì fu circondato da un alto muro, da cui il nome di Muro. Il distintivo” Lucano” si aggiungerà con decreto regio solo nel 1863 per distinguerlo da Muro Leccese. Dal VI al XI secolo è sotto la dominazione longobarda; successivamente passa ai Normanni, divenendo Feudo del Principato di Salerno. Nel 1269 Muro appartenne agli Angioini con Re Carlo D’Angiò che ne fa concessione al suo congiunto Pietro Hugoth. Il Castello, di origine pre normanna, è frequentato da principi e feudatari, ma acquista importanza notevole proprio con gli Angioini, soprattutto con Giovanna I d’Angiò, che lo sceglie come dimora estiva. Purtroppo, proprio qui la regina pare sia stata uccisa per mano di sicari del nipote Carlo III di Durazzo nel 1382.

Con questi ultimi sovrani l’università rimane demaniale, ma con gli Aragonesi diventa feudale, in quanto è venduta al Conte Mazzeo Ferilli, la cui nipote Beatrice lo eredita nel 1530, quando va in sposa a Ferdinando Orsini, duca di Gravina. Da allora, per eredità, rimane agli Orsini, feudatari fino al 1806. Pierfrancesco Orsini, il futuro Papa Benedetto XIII, che sarà prodigo di doni verso la chiesa di murese, studia presso il Seminario di Muro. Questo fu uno dei primi sorti nel Meridione ad opera del Vescovo Filesio De Cittadinis. Rimase aperto prima come scuola di formazione dei giovani seminaristi fino al 1916 e poi come sede di studi per tantissimi giovani muresi e della Diocesi.

Muro è stata sede della Diocesi, polo scolastico, centro degli Uffici amministrativi, per cui aggregava intorno a sé una vasta popolazione. Oggi, come tutti i centri di periferia, a partire dagli anni sessanta ha subito la triste sorte dello spopolamento nonché la perdita di gran parte degli uffici. È sede di distretto sanitario; accoglie le scuole di ogni grado e vanta la presenza di un Museo Archeologico e quella di un Museo Diocesano, di prossima apertura, che raccoglierà tutti i beni artistici e librari della Diocesi di Muro Lucano.