San Gerardo Maiella


 

Gerardo Maiella nasce a Muro Lucano durante la settimana di Pasqua, all’alba del 6 Aprile 1726, da Domenico Maiella, sarto di Baragiano (PZ), e da Benedetta Galella, casalinga. Battezzato il 23 Aprile nella Chiesa della SS.Trinità dal canonico don Felice Coccicone, trascorre i suoi primi anni in famiglia, dove regna un clima di profonda fede religiosa. Per i suoi giochi organizza, ad imitazione di quanto vede in Chiesa, celebrazioni e processioni, nelle quali coinvolge i suoi coetanei. Non ha neppure sei anni quando, a piedi, attraversando la scosceso Sentiero dei Mulini, si reca a Capodigiano, presso la Chiesa della Madonna delle Grazie per giocare con il Bambino, che gli regala il bianco panino, anticipo del pane eucaristico. A 12 anni, rimasto orfano del padre, inizia la dura esperienza del lavoro nella Bottega del sarto Martino Pannuto dove sperimenta con Cristo la sua passione: il capo garzone lo maltratta perché spesso si distrae dal lavoro per pregare ma ancor più per i suoi ritardi dovuti alle varie soste nelle chiese del paese. Gerardo non protesta e dice che “è sempre nulla in confronto di quello che ha patito Gesù”. Il 5 Giugno 1740, festa di Pentecoste, riceve nella Chiesa di Santa Maria del Carmine il Sacramento della Cresima da Mons. Claudio Albini, nativo di Muro e Vescovo di Lacedonia dove sarà chiamato come servitore e cuoco dello stesso Vescovo, uomo intelligente e colto, ma di carattere irascibile che non gli risparmia ingiurie e umiliazioni. Anche qui Gerardo dà prova del suo spirito di umiltà e di obbedienza tacendo e nel suo intimo godendo di quei santi colpi che Dio gli infligge lavorando senza tregua, alternando la fatica con la preghiera, felice perché qui avverte più che altrove la presenza di Gesù.

Dopo tre anni, alla morte del Vescovo Albini, ritorna a Muro Lucano. Pur riprendendo l’attività di sarto, comprende che la sua vera ed unica vocazione è quella di dedicarsi completamente a Dio,”di amare assai Dio, di stare unito sempre a Dio, di fare tutto per Dio, di amare tutti per Dio, di conformarsi tutto al suo santo volere, di patire molto, di morire per Gesù come Gesù è morto per tutti”. Bussa alla porta del Convento dei Cappuccini di Muro, per essere accolto nella comunità ma viene ritenuto inadatto alla dura vita francescana per le sue deboli condizioni fisiche. Passa le sue giornate lavorando e pregando, trascorre gran parte del giorno e spesso anche della notte in Chiesa, in dolce colloquio con Gesù. Non c’è chiesa di Muro che non lo abbia visto in preghiera e in mistici rapimenti: la Cattedrale, la piccola Chiesa del Soccorso, la Chiesa di San Marco. Solo nel 1749 può appagare il suo ardente desiderio: essere solo di Dio, sostare più a lungo con Gesù Sacramentato e ritrovarsi sotto lo stesso tetto.

Sono a Muro i Padri Redentoristi per una missione al popolo e Gerardo, con ardente fervore chiede di essere ammesso nella Congregazione di Sant’Alfonso dei Liguori. Viene respinto con la solita motivazione, ma questa volta non si arrende e nonostante la madre lo abbia rinchiuso in casa per timore che si unisse ai Padri in partenza, si cala dalla finestra e li segue raggiungendoli a Rionero. Lascia alla mamma un biglietto: ”Perdonami mamma, vado a farmi santo”. Padre Cafaro di fronte a tanta insistenza lo accoglie e lo manda a Deliceto, presentandolo al padre superiore come un fratello inutile, inabile al lavoro. Il 17 Maggio entra nel Noviziato di Deliceto e il 16 luglio 1752, dimostrandosi tutt’altro che inutile, fa la professione religiosa iniziando subito la sua missione nei paesi della Lucania, della Puglia e della vicina Campania.

Nel giugno del 1754 arriva a Materdomini e da qui parte per Napoli dove la sua fama di santità lo precede passando dagli ospedali ai manicomi, dalle carceri ai bassi più squallidi, dai palazzi degli aristocratici alle case dei poveri, ovunque porta aiuto, regala un sorriso, soccorre i bisognosi, convince i peccatori alla conversione. A fine anno ritorna a Materdomini da cui si allontana per visitare i tanti paesi disseminati nella valle del Sele e per raccogliere fondi per la costruzione del nuovo convento. La sua malattia però si fa sempre più grave e il 16 Ottobre 1755, all’una e mezzo di notte, muore all’età di 29 anni e 6 mesi circa. Sulla porta della sua cella aveva fatto apporre un cartello con queste parole: ”Qui si fà la volontà di Dio, come vuole Dio e per quanto tempo piace a Dio”. Gerardo, come prima tappa dell’attività apostolica,fa la sua professione religiosa nel dicembre 1754. Alla vigilia della morte, Pio IX lo dichiara Venerabile: è il 17/9/1847; successivamente Leone XIII lo dichiara Beato, il 29/1/1893 e Pio X lo proclama Santo l’11/12/1904 mentre Giovanni Paolo II il 21/4/ 1994 lo erge a Patrono della Basilicata. Infine, il 16/10/2005, Protettore delle mamme gestanti e dei bambini e proprio per questo viene istituzionalizzato il Festival Nazionale della canzone delle mamme e dei bambini, che vede coinvolte molte famiglie d’Italia, manifestazione molto originale ed unica nel suo genere che vede partecipare alla esibizione canora e strumentale, in tandem, la mamma ed il proprio bambino o bambina. L’evento si svolge ogni 1 settembre.